L’Alzheimer è ancora una malattia complessa ma secondo nuovi studi ci sarebbe un campanello d’allarme da non sottovalutare.
Seppure sia poco piacevole da ammettere, purtroppo c’è da dirlo: l’Alzheimer continua ad essere una malattia piuttosto comune ancora oggi. Nonostante la medicina abbia fatto dei grossi passi avanti negli ultimi anni, niente è stato utile a capire il motivo della progressione di questo disturbo neurologico. O, perlomeno, una cura adeguata.
Una recente scoperta, però, ha portato a galla la comparso di un sintomo, che non è altro che una manifestazione che precede la comparsa dei sintomi e che quindi permetterebbe nei pazienti di intervenire prima per arginare il problema prima che la situazione degeneri.
Alzheimer: un sintomo anticipa la malattia
Una demenza che si attesta in oltre 55 milioni di soggetti e che ha portato talvolta a innumerevoli studi per fronteggiare la malattia e trovare una cura. L’ultimo pubblicato dall’Università di Chicago ha svelato quello che può essere determinato come segnale d’allarme a cui prestare attenzione.
Un primo fattore importante riguarda l’olfatto. Secondo gli studi infatti coloro che nel tempo tendono a perdere parzialmente questo senso sono esposti a sviluppare la malattia. Un peggioramento nella percezione degli odori potrebbe essere legato al gene APOE e4. Quindi secondo i medici che si sono occupati della ricerca questo potrebbe essere un modo per individuare precocemente la malattia.
Tale sintomo è causato da un’infiammazione nel cervello, collegata direttamente al declino cognitivo. Quando c’è il gene, aumenta il rischio di demenza. In particolare l’apolipoproteina E (APOE), che si occupa di colesterolo e grassi nel sangue, è quello più pericoloso. Nella ricerca è stato dimostrato che i partecipanti che hanno svolto il test avevano nel 37% dei casi una copia del gene e al tempo stesso erano coloro che riuscivano a percepire peggio gli odori.
L’alzheimer si presenta con difficoltà linguistica, disturbi generalizzati, disorientamento, difficoltà visive, cambiamenti nella personalità e disinteresse verso i propri cari. Oggi non si può parlare effettivamente di cura anche se ci sono tante sperimentazioni in atto, tuttavia la diagnosi precoce a cui si mira con questo studio è importante perché permette di rallentare significativamente la comparsa di sintomi e quindi di evitare che questi aggrediscano totalmente la vita della persona.
Secondo gli specialisti infatti il futuro si fonda proprio sulla capacità di anticipare del tutto la comparsa dei sintomi così da poterli bloccare prima che la malattia abbia modo di progredire dando una migliore qualità della vita alle persone che ne sono affette. Si tratta infatti di una patologia in crescita e comunque di difficile gestione con una compromissione totale della propria vita e necessità di assistenza continuativa. Un dolore enorme anche per coloro che vivono dall’esterno e vedono la persona amata perdere nel tempo la percezione di sè e degli altri.